I compiti a casa, studia fino a stancarti, tanto sei “difficile”

Siamo alle solite! I compiti servono veramente?

Una delle regole di base della comunicazione è che “non è importante ciò che parte, è importante ciò che arriva”

Non è importante ciò che parte, è importante ciò che arriva

In pratica se devi comunicare qualcosa, se devi insegnare, se vieni pagato per insegnare qualcosa, tocca a te fare in modo che ciò che insegni venga recepito! Devi essere tu a spiegare, insegnare affinché i tuoi allievi capiscano, ricevano. Non sono i tuoi allievi a doversi adattare a te. Io, da allievo, avendo pagato devo avere una persona che mi insegna cercando di capire il mio pensiero! Questo vale per gli insegnanti della scuola pubblica, privata, delle aziende private, insomma di qualunque tipo di insegnante si tratti, l’insegnante deve ottimizzare la sua comunicazione affinché gli allievi capiscano. Non sono gli allievi doversi adattare all’insegnate! Bene, te l’ho ripetuto a sufficienza? Andiamo avanti

Come tutti gli anni, dopo i primi mesi di scuola, dei miei amici, genitori, i cui figli hanno iniziato l’anno in una nuova scuola o un nuovo grado mi chiedono se sia normale che debbano portare a casa così tanti compiti ( gli altri, sconsolati, ci hanno rinunciato e lo danno per scontato)! Chiariamoci, io NON sono contro i compiti a casa, sono contro lo “studiare a casa”

maestra cattiva

I compiti a casa devono avere lo scopo di rafforzare ciò che è stato appreso a scuola e per questo non devono essere esagerati, non devono essere un peso, o rafforzano nella mente dello studente l’idea che la scuola, ed i compiti, siano o una punizione, un lavoro ingrato a cui viene sottoposto.

In pratica, se io insegnante spiego una materia, ed in classe, in aula, faccio di tutto affinché i miei studenti comprendano la lezione, quindi la insegno per bene, al termine della lezione invece di dire: “ a casa studiate da pagina 97 a pagina 110”, dirò semplicemente: ”ripassate l’argomento che abbiamo studiato in classe ed approfonditelo su internet, nella prossima lezione mi direte cosa avete scoperto in più oltre a quanto avete imparato”

Cos’è successo? Cosa avrò fatto? Io insegnante ho insegnato, non mi sarò limitato a spiegare spiegato, non avrò dato compiti a vanvera, indicando delle pagine, ma degli argomenti e delle curiosità, delle sfide, lasciando qualcosa alle capacità dei singoli alunni.

Invece cosa accade oggi e perché? Perché si è sempre fatto così è la prima risposta. Si è vero una risposta idiota! ma è purtroppo di uso comune e se anche non viene citata esplicitamente è comunque la risposta di base di molti pensieri!

La maggior parte di insegnanti ha ripiegato il suo obbiettivo, i suoi sogni di studente o professionista, partecipando ad un concorso diventando “insegnante”, prima supplenti, poi precari ed infine di ruolo ma da subito, “insegnanti”.

Lascia che ti chiarisca una cosa, io iniziai ad occuparmi di tecniche di memoria ( prima che di tecniche di studio) nel 1985, ma dato che i nostri clienti pagavano fior di soldoni, io non salii sul palco prima del 1990 e comunque solo per salutare! Un insegnante, dopo aver vinto il concorso sale in cattedra anche il giorno dopo! E sia chiaro, non è normale, perché sarà anche stato un bravissimo studente ma saper insegnare è un’altra cosa! Te lo ripeto

sarai anche stato un bravo studente, ma saper insegnare è un’altra cosa!

Detto questo! Cosa fa un insegnante che non sa insegnare? 

Spiega qualcosa in classe, leggendo il libro di testo, alcuni studenti, pochi, quelli che sono in sintonia con quell’insegnante o che negli anni precedenti hanno approfondito quella materia grazie ai vecchi professori o gli stessi genitori, andranno bene  ma la maggioranza …. Diciamo che 5 vanno bene e 20 vanno male! L’affermazione dell’insegnante sarà: “ è una classe difficile!” E per BambiniSquadratirisolvere questo  problema cosa si fa? Li si riempiono di compiti! In realtà, non non essendo in sintonia con l’insegnante, vengono piegati affinché inizino ad adattarsi.

Se tuo figlio non è “difficile” ma solo sfortunato ad avere un’insegnante del genere, augurati che sia solo una supplente, altrimenti riuscirà nel suo intento principale: – far odiare la scuola  a tuo figlio – Se inizialmente i ragazzi penseranno che è odiosa l’insegnante, lei, rimanendo al suo posto, confermerà che non sbaglia, quindi la scuola è tutta così ( a maggior ragione quando sono diversi insegnanti a comportarsi in questo modo).

[ Come imparano i bambini? ]

Riempire di compiti uno studente è un modo per far studiare un argomento che non si è stati in grado di far studiare in classe, di studiare qualcosa che non si è stati in grado di far amare, appassionare e  l’incapacità dell’insegnante, la costringe mentalmente a dare tanti compiti per tenere il passo con il programma ( il più delle volte manca completamente l’obbiettivo e da la colpa agli studenti). La riprova di ciò è data dal fatto che gli studenti, alcuni degli studenti della classe, vanno comunque male, a prescindere dai compiti.

Insegnare utilizzando metodi comunicativi e tecniche di studio, significa far appassionare gli studenti, significa rendere utili quelle materie, quegli argomenti, facendoli entrare nella mente degli studenti come bagaglio culturale e non come costrizione. La differenza tra i due metodi è che utilizzando dei metodi di studio, delle tecniche di studio, ricorderanno ed ameranno l’argomento, nel secondo … girata la pagina l’avranno dimenticato!

Ma c’è un altro aspetto che i troppi compiti porta a galla.

Oggi come oggi, abbiamo accesso, abbiamo disponibilità a tanti interessi e non parlo di consolle e televisioni, ma lo stesso sport. Quindi i nostri ragazzi studieranno in classe per 6 ore, a casa per 3 ed un paio di volte a settimana faranno sport ( perché chiamare sport quello che si fa nelle scuole italiane è un po difficile)! 

Ecco, io vorrei vedere qualsiasi impiegato, compresi gli insegnanti di cui sto parlando, lavorare per 6 ore in classe, poi 3 a casa e fare qualcosa in più durante la settimana!

Non avrebbe bisogno di ribellarsi, scenderebbero in piazza tutti i sindacati a proteggere la categoria con cori arrabbiatissimi per questa “assurda situazione”! Quindi, se si tratta di insegnanti è vietato, se si tratta di studenti, di ragazzi dai 6 ai 18 è giusto? Loro possono sottostare a turni di lavoro di oltre 8 ore? A già, studiare non è un lavoro ( per chi conosce l’argomento)

 Una piccola nota!

Lo sport serve, è utilissimo è indispensabile! Ti capita di andare a correre o nuotare e mentre lo fai, pensando al tuo lavoro ai problemi che devi risolvere, riuscire a trovare delle soluzioni? Riuscire a “vedere” tutto molto più chiaramente? E’ un processo neurologico. Portando il fisico sotto stress, ha più bisogno di ossigeno, questo viene inviato a tutte le parti del corpo ed il cervello inizia ad attivare tutte le sinapsi per migliorare la condizione precaria in cui si trova il corpo. E’ difficile “pensare” ma è come se non fosse importante, le soluzioni giungono più facilmente perché gli impulsi elettrici viaggiano in modo più semplice ( ne parlo più approfonditamente nel mio corso). Vuoi fare una prova? Vai in piscina, siediti sott’acqua cercando di rimanerci più tempo possibile. Mentre ti rilassi, sentirai la tua mente, rilassarsi, serena, come se librasse nell’acqua, i pensieri scorreranno fluidi e le soluzioni arriveranno più facilmente. 

Non ricordo ( si accade anche a me) dove lessi questa informazione, quindi se trovi le fonti, avvisami

Poiché in Italia non esiste l’incompatibilità di lavoro, quindi non si viene licenziati da un posto “fisso”, almeno mandiamoli a studiare, veramente. Evitiamo di fargli fare danni!. Ma sappiamo bene che questo non accadrà, perché gli stessi sindacati devono proteggere i loro iscritti e non gli studenti, questi ultimi sono soldi con le gambe, ma non va detto, nessuno lo ammetterebbe, salvo poi continuare a trattarli come se fossimo nei primi del 900!

La migliore soluzione è che imparassero ad insegnare, come accade in altri Stati, come la Finlandia che è al primo posto per la qualità dei suoi metodi di studi ma la soluzione più veloce, rimane quella di imparare a studiare! Imparare in modo tale che si possano apprendere gli argomenti, in modo veloce e semplice. Velocemente, ed anche da soli. Se mio figlio ha studiato bene, gli firmo volentieri la giustificazione, dei compiti non me ne frega nulla e l’insegnante sarà solo la nonna vecchia e borbottona! Lasciala borbottare!

Ma attenzione, devi saper studiare, devi essere in grado di superare brillantemente le interrogazioni e così, le materie e la scuola, non saranno una punizione, ma un luogo dove crescere ed apprendere.

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