Ecco perché il greco antico sparirà dal liceo Classico

Per come viene insegnato oggi, il greco antico, è esattamente come insegnare l’elfico del signore degli anelli di Tolkien.

Il greco antico, studiato nei licei classici o ginnasio, è la materia che, in proporzione tra tutti i tipi di liceo, ha più necessità di ripetizioni post-scuola.
E già questo dovrebbe dirla lunga sul metodo di insegnamento e sul metodo di studio utilizzato per studiarlo.
La risposta, solitamente è:

si è sempre fatto così!

Come se, chi non riuscisse da solo, con i mezzi messi a disposizione delle scuole, fosse fuori posto nel Ginnasio, e non perché il metodo di insegnamento non sia stato minimamente modificato da oltre 30 anni.
Oggi si conosce molto di più sul funzionamento neurologico, psicologico e motivazionale degli studenti, eppure, non è cambiato nulla da decenni.

si è sempre fatto così!

Questa frase idiota, ha portato la scuola italiana ad oltre il 30° posto!
L’Italia, culla di cultura, poesia, letteratura mondiale, siamo scesi tra gli ultimi posti e nessuno se ne assume la responsabilità.
Il 30% degli studenti abbandona gli studi PRIMA di arrivare al DIPLOMA. 
La colpa, è sempre dei genitori, dei giochi, dei media, degli stipendi bassi, dei programmi del ministero, dei ministri de … qualcos’altro da aggiungere?
Colpa di un pessimo metodo di studio e di insegnamento no?

Si è sempre fatto cosi!

Il Greco antico è solo una goccia, che pesa enormemente, ma pur sempre una goccia in un mare di incapacità, in una totale mancanza di adattamento al nuovo mondo, alle nuove scoperte.
Alcuni insegnanti non sanno usare internet oltre all’utilizzo delle mail, però giudicano il mondo degli studenti, come se lo conoscessero perfettamente!
Prima di questa materia venne il latino nelle medie … in fondo non serviva!! E dal 1977 il latino, abbandonò le armi.

Poi educazione civica, a che serve?
E noi, da popolo culla di letterati, diventiamo sempre più ignoranti, arrabbiati, senza la capacità di incuriosire i nostri studenti.

Il greco antico, la lingua greca, nelle scuole sparirà, è quasi certo, perché, nonostante sia una materia fantastica che aiuta a creare una mentalità deduttiva, la quasi totalità degli insegnanti, si limita ad affermare che “il greco apre la mente”, poi si limita a farlo studiare come se dovessero imparare a memoria una poesia, senza nessun ragionamento, senza nessuna deduzione.

Molti insegnanti affermano stizziti che ce la mettono tutta pur di far ragionare i propri studenti, dimenticando, però, di osservarli, di capire cosa li fa muovere ed appassionare.
Insegnare il cristianesimo ad un estremista islamico sarebbe molto difficile, per il suo “estremismo”, non per la religione diversa.

Nello stesso modo, insegnare a ragionare da adulto ad un ragazzo di 15 anni è come portarlo in un mondo diverso, un mondo in cui sono obbligati a vivere per oltre 6 ore al giorno, e spesso anche oltre con i compiti da fare a casa

Se questa è la scuola, un mondo che non guarda i nostri ragazzi, che non coinvolge e non vive insieme a loro, e per loro, ma pretende che siano loro ad amarla per fede … avrà tanti estremisti.

Il greco è il metro, l’unita di misura, è la coppa che viene persa dalla scuola, dall’istruzione.

Attualmente, gli studenti del ginnasio, tra il primo ed il secondo anno, iniziano a studiarlo, impegnandosi ad imparare una lingua, composta da lettere diverse dal nostro alfabeto.

Potrebbero persino essere delle lettere elfiche, di un romanzo di Tolkien, nessuno si accorgerebbe della differenza e gli stessi insegnanti di greco antico sarebbero persi, ed il : si è sempre fatto così, inizierebbe a vacillare.

Potrebbero partire da simboli che i ragazzi già conoscono, come il pi greco usato già alle medie. L’Omega, l’Alpha, che possono esser stati visti in qualche film o studiati nella religione cristiana e da qui creare un’associazione utile per creare un minimo di interesse iniziale, per creare un punto di partenza utile alle LORO esperienze e conoscenze.

Però, gli insegnanti di greco sono talmente abituati al modo in cui lo hanno studiato, ripetendolo in continuazione, a memoria, che per loro non è neanche tanto importate un nuovo tipo di approccio.

si è sempre fatto così … per loro.

Dal pi greco e qualche altra lettera, a tutto l’alfabeto ci passa un mondo, ma sono giovani e con la curiosità diventano spugne pronte ad imparare, ma proprio per l’essere spugne, imparano anche con la forza di vecchi metodi e con questi passano ai tipi di coniugazioni, alle sillabe e quanto altro e, senza neanche accorgersene, alla traduzione delle frasi.

Fantastico.
Il problema è che il greco antico, quello studiato sui libri del classico, oltre ad essere una lingua morta, non era neanche parlato!

E già qui siamo all’apoteosi!

Il greco antico non si parla, era una lingua muta!!

Gli antichi greci, i filosofi greci erano muti?
No, anzi!
Parlavano e tanto.

Se ordinavano il pane, si esprimevano normalmente, volevano essere compresi chiaramente.
Se scrivevano, però, diventavano criptici, ed i loro testi dovevano essere interpretati. 

Era il loro lavoro.
Un lavoro da studiosi, da liberi pensatori.

Il lavoro di filosofo e pensatore era fuori dal comune, era per una singola persona su più di migliaia e dovevano dimostrare ciò che erano anche esprimendosi in modo consono, recitando poemi di grande gesta e scrivendo in modo arcaico.

Se guardiamo più vicino a noi, intorno al 600 o 700, il modo di esprimersi era totalmente diverso dall’attuale, non solo i dialetti ma per la nostra stessa lingua si usavano verbi ormai in disuso, desueti:
Abbacinare, alea, algido, eristico, ignavo….

Insomma, era un altro mondo, e se i nostri antenati sono ancora comprensibili, è leggermente più complesso farlo con personaggi di millenni passati!

Spiegare questi concetti adeguatamente aiuta a rendere più semplice la costruzione di basi e molti insegnanti pensando di farlo, si limitano all’utilizzo di una mezz’ora di lezione di questi concetti,

Si è sempre fatto così!

Per la costruzione di un palazzo, le fondamenta sono la parte più importante, migliori saranno le fondamenta e più alto e forte sarà il palazzo!

Quindi, sempre nei primi due anni di scuola, insieme all’apprendimento, a memoria, della lingua greca che si legge ma non si parla, si passa al tradurre che non è tradurre!

Se è un casino per te, figurati la confusione dei giovanissimi liceali!

Poiché i filosofi greci dovevano dimostrare il loro grande sapere, lo facevano esprimendosi  in modo complesso… criptico, ed i nostri studenti non devono limitarsi ad imparare la lingua ma devono anche imparare a dedurre cosa dicevano, perché nessuno ha spiegato loro, in precedenza, come si esprimevano, il modo di esprimersi.
Parliamo di un modo di esprimersi molto, molto diverso dall’attuale.


Gli studenti di una classe, hanno tutti, all’incirca, la stessa età ed in quanto tali si esprimono tutti nello stesso modo che rimane pur sempre distante da quello utilizzato qualche millennio fa!

Dopo aver imparato a memoria le basi dell’alfabeto greco e di qualche regola di base, dopo qualche mese, iniziano con le traduzioni e nelle verifiche, con molti dubbi gli viene assegnata una frase tipo:

Ποιος θα μεταφέρει στον κόσμο την πρώτη κίνηση ο ίδιος. 

La legge, ma poiché è una lingua morta e non parlata, lo fa in assoluto silenzio ed ancora mentalmente dubbioso:

Poios tha metaférei ston kósmo ten próte kìnise o ídios.

Tutto questo, con il prezioso aiuto del dizionario, un tomo che da solo pesa quanto 5 libri (2,6kg).

Sei a cavallo, penserai, ma i filosofi greci scrivevano in modo criptico, diverso dal nostro modo di esprimersi, quindi essendo un novellino al primo o secondo anno, continuando ad  aver dubbi sulla reale correttezza della tua traduzione, scrivi:

Chi prenderà il mondo prima muova se stesso.

Ti ricordo ancora che parliamo di adolescenti di 13-15 anni, che si approcciano ora ad un mondo di deduzione ed ora il

si è sempre fatto così!

significa solo che o lo sai fare o non è per te.

E allora come studiare?

Arrivato a questo punto, dovrebbe essere chiaro che insegnargli PRIMA a capire come ragionavano e scrivevano, renderebbe tutto molto più semplice, ,ma non è contemplato, o lo sai fare di tuo o non sei adatto!
Un comportamento, una risposta che è come affermare che se un ragazzo che nato da genitori operai, dovrà per forza, esso stesso diventare un operaio! 

Venti, trenta anni fa, non avevamo le conoscenze, di oggi, i mezzi e le disponibilità attuali. 
Oggi il più povero degli studenti, ha comunque un cellulare che gli consente di navigare in internet, un mondo dove può trovare qualsiasi informazione ma che spesso, purtroppo, gli insegnanti non sanno usare o lo usano poco e male.
Il mondo non è più ristretto, ma aperto, ognuno può, se lo desidera, ottenere qualsiasi traguardo, non ci sono più le limitazioni dei tempi passati e molti giovani, per cambiare, scelgono scuole, licei, che aprano quelle strade, ma una mentalità vecchia, con vecchi metodi di studio, uccide i loro sogni.
Involontariamente, ma lo fa.

Sto divagando, siamo arrivati alla frase criptica, cosa vorrà dire il nostro famoso filosofo?

La semplice traduzione è un errore. La traduzione evidenzierà le parole, non il concetto che l’autore desiderava esprimere.

Solo gli avvantaggiati, quelli che per gioco o per passione hanno già compreso come dedurre, riusciranno a scrivere e leggere ad alta voce:

Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso

Socrate
Dove stiamo andando?

In una classe di 30 giovani virgulti, in quanti riuscirebbero in quest’opera senza aver prima ricevuto un valido aiuto?
Il greco antico è una delle materie che più ha necessità di ripetizioni.
Ripetizioni che arrivano a costare anche 50€ l’ora.

In una famosa e storica scuola romana, ad una prima verifica, su 30 studenti solo 5 ottennero la sufficienza ( non era questa la frase della verifica, era molto più complessa), gli altri andavano dall’1 meno (uno meno!) al 5.

L’insegnante, in seguito al risultato, affermò seccata che erano gli studenti che non studiavano.

Ora mi domando, se in una scuola un’insegnante non riesce ad ottenere neanche il 30% di risultati validi, è un’insegnante valido?
È davvero colpa del ministero, dei programmi, dei genitori perché “si è sempre fatto così!“?

Quando sento dire che può capitare, che una classe sia totalmente incapace, capisco perché la scuola va a rotoli: “nessuno si assume le responsabilità!”
Parlo pensando a scuole, a classi normali, in città normali. Non posti disagiati dove, comunque, la prima cosa da fare è aiutarli a capire cosa otterranno, prima di iniziare ad insegnare come fare.

Di quei 30 studenti del liceo romano, oltre la metà prendeva ripetizioni! 
Le verifiche, si ripetevano sempre più complesse con la stessa insegnante che continuava a distruggere la volontà e la motivazione degli studenti, con gli stessi risultati!

Questo è il motivo per cui sparirà il greco antico e forse, mi auguro, rimarrà almeno lo studio della letteratura greca e latina.
Letteratura già tradotta, solo da interpretare.

La lingua greca, per come è insegnata è assolutamente inutile.
È uno sforzo che non produce effetti, è solo una lingua in più.
Eppure, sarebbe sufficiente giocare con i dialetti del sud Italia per costruire le basi.

L’ alternativa? Come studiare ed insegnare il greco antico?

Insegnare la letteratura greca, insegnare la comprensione e la deduzione dei testi greci già tradotti, ha la stessa capacità di aprire le menti dei giovani studenti insegnandogli a dedurre, ad usare la loro capacità deduttiva ed in seguito, una volta compreso il modo di pensare ed esprimersi di filosofi e poeti, si potrebbe salire di livello, insegnando la loro lingua.

Dizionario di greco antico

Serve un modo diverso di affrontare lo studio, perché così, con il “si è sempre fatto cosi” siamo diventati una massa di ignoranti che vedono solo ciò che possono risolvere velocemente e nell’immediato.
Gli studenti vanno a scuola per il diploma, per la laurea, non più per imparare!

È necessario insegnare ed imparare ad affrontare le materie, tutte, in modo diverso dal vuoto assoluto di oggi.

Occorre insegnare in modo che le materie possano diventare utili, interessanti e collegate, associate tra di loro.
Lo studio, studiare, è solo un obbligo per gli studenti e tale è sentito e vissuto, in un mondo dove gli insegnanti sembrano essere più giudici che guide.
In un mondo dove la scuola è un’occupazione temporanea, più che un posto che rimarrà per sempre nel cuore di quei ragazzi … quando diverranno adulti.

Per i giovani dai 10 ai 25 anni, studiare è un lavoro, ma sono spugne, riescono a ricordare e nel farlo, qualcosa rimane. Come un virus, rimane la passione dell’insegnante che contagiando i propri studenti li aiuta a capire senza mai mettere il voto davanti al sapere.
Il voto si può cambiare e non è definitivo ciò che l’insegnante può dare, si, per lo studente, lo sarà per sempre.

Imparare a studiare significa associare la materia da studiare al proprio modo di pensare ed essere.
Ed è l’imparare a studiare l’unica soluzione per uscire dall’abisso in cui ci stiamo infilando!