Quanto costano gli studenti? Come si compra la loro attenzione?

Dai su, non parlo della nuova campagna acquisti dell’attuale governo ma del come e a quale prezzo sia possibile acquistare l’attenzione degli studenti di una classe durante la lezione

Siamo abituati a vedere nei film, nei romanzi, nei fumetti, studenti che non si divertono affatto a scuola, così come ben pochi libri parlano di quanto uno studente si diverta e sia felice di alzarsi la mattina e correre a scuola …nessuno!

A dire il vero qualsiasi immagine o disegno di un ragazzo felice a scuola, sembra forzata, proprio per l’abitudine nel vedere la scuola come una noia, quindi come comprare l’attenzione e l’interesse degli studenti? A che “santo votarsi” e cosa deve fare, come deve comportarsi, che trucchi deve utilizzare uno studente se il suo insegnante non paga il pegno?

Ed allora come cambiare la situazione? Come comprare l’attenzione degli studenti?

Tra poco ti fornirò le indicazioni, ma prima voglio farti notare un’altra cosa

Da bambini si viene seguiti ed accuditi, a volte anche troppo. Man mano che si va avanti, le cose cambiano e da bambini si diventa adolescenti, gli interessi cambiano e si fa gruppo, nascono amicizie, nascono interessi di gruppo ed a scuola gli insegnanti più che seguire gli studenti, chiedono di essere seguiti (in realtà pretendono ma l’idea è sempre la stessa).

Ti propongo un paragone:

Decidi di partecipare ad uno dei miei corsi dal vivo, quindi paghi la tua quota d’iscrizione di circa 1.000€, durante le lezioni del corso, ti spiego quello che c’è all’interno del mio corso on line (che costa il 20%) e nel farlo, nel spiegarti il tutto, ti guardo raramente, non ascolto le tue richieste ma ti dico di ascoltarmi senza interrompere o disturberesti gli altri tuo compagni che invece stanno apprendendo.

Per capire se hai studiato ciò che ti ho detto, descritto, e che si trovava sul testo che ti ho fatto comprare, “interrogo” te ed altri 2-3 tuoi compagni di corso simultaneamente. Tanto io so capire se non hai studiato e se non lo hai fatto, peggio per te, perché ti boccio e dovrai rifare il corso, con le relative spese chiaramente, ma la colpa è tua, quindi di che ti lamenti, sei tu che mi hai pagato e poi non hai studiato!

Si ok, forse è un po troppo dura e non è propriamente così, ma le interrogazioni multiple ho da poco scoperto che ancora si usano e diamine, io ho oltre 50 anni e si usavano quando andavo alle medie e farlo ancora oggi, con la scusa del guadagnare tempo è assurdo!

Tempo fa, un insegnante di un centro di formazione, di quelli che insegnano nelle scuole più difficili, dove ogni studente viene da un posto diverso, dove i ragazzi hanno età diverse tra loro, spesso socialmente emarginati. Fece fare un esercizio di comunicazione ai propri allievi, un esercizio che viene fatto fare, insegnato, nei corsi di comunicazione dell’HRD di Roberto Re a dimostrazione di quanto sia importante comunicare con il prossimo. 

I partecipanti, vengono messi in coppia ed a turno ognuno parla per circa 3 minuti della cosa più interessante che gli viene in mente, mentre l’altro, quello che ascolta, mostra differenti interessi per il discorso del primo. 

Il primo minuto mostrerà un totale ed assoluto disinteresse.
Durante il secondo minuto un interesse minimo, il minimo sindacale per dimostrare che lo si sta ascoltando, anche se marginalmente.
Il terzo minuto un interesse massimo, quell’interesse che ti fa fare domande, partecipare ai ricordi di chi parla per saperne di più. Il massimo interesse.
L’esercizio fu uno spettacolo e tutti gli studenti erano arrabbiatissimi, perché si resero conto che odiavano non essere ascoltati, odiavano il menefreghismo di chi avrebbe dovuto ascoltarli.
Erano tutti arrabbiati, eccetto uno! Uno solo non aveva provato quella sensazione di rabbia!

studenti fuori controllo


Gli allievi della classe erano dispari, quindi uno di loro dovette fare l’esercizio con l’insegnante.
Rivolgendosi a lui, gli chiese il motivo per cui non si fosse arrabbiato come gli altri, la risposta dell’alunno fu:

lei è un adulto ed un insegnante, voi non ci ascoltate mai! quando parliamo fate sempre qualcos’altro, quindi siamo abituati!

Io insegno agli studenti come risolvere quel problema, ma Michele Merli, che fece questo esercizio con i suoi studenti, gestisce un corso per gli insegnanti e fosse per me lo renderei obbligatorio!

Il modo più semplice è quindi di imparare ad ascoltare i propri studenti. 

Quando un genitore vuole creare dell’interesse nel proprio figlio, parlerà portando degli esempi il più vicini possibile a ciò che interessa al figlio! Creerà delle associazioni mentali ( non per niente le associazioni sono la base del corso e nella mia infinita bontà puoi averle gratuitamente 😀 ). Creare delle associazioni con ciò che piace ed interessa, consente di creare le stesse associazioni emotive per il nuovo argomento, sia esso una materia o una nuova informazione. 

Ma forse , per rafforzare questo concetto è meglio che te lo spieghi in un altro modo. 

Quando all’università il professore ti da le spalle, non ti guarda mai è abbastanza normale. Ma se lo stesso professore, ti saluta pronunciando correttamente il tuo nome, immediatamente ti sentirai importante e stranamente la sua materia assumerà un importanza maggiore, diventerà più interessante!

Ora, dato che non possiamo controllare i nostri insegnanti, non possiamo costringerli a cambiare lustri (un lustro = 25 anni) di comunicazione unidirezionale, come si risolve?

Esattamente “come se”: Come se avessero risolto, il problema e fosse più attenti agli studenti.
Mentre il tuo professore parla, devi ripetere mentalmente le parole che pronuncia durante la lezione, in questo modo otterrai una “situazione empatica” che ti consentirà di capire più facilmente quanto sta spiegando. Sarà come se stesse parlando direttamente a te e la tua attenzione aumenterà di conseguenza.

Ripeto, l’ideale sarebbe che fossero gli insegnanti a parlare agli studenti, come se volessero aiutarli uno ad uno, come se ogni studente fosse importante per ogni singolo minuto che ha lezione con loro, esattamente come accade ai miei corsi, dove ogni mio studente ha pagato dei  soldi di tasca sua, quindi deve pretendere attenzione, deve essere assolutamente certo che io faccia di tutto per coinvolgerlo e farlo alzare da quella sedia pensando a tutte le cose che ha appreso e non quelle che deve studiare per apprendere.

Ma dato che non sempre accade e molti insegnanti non hanno la moneta di scambio per comprare l’attenzione dello studente, deve essere lo studente stesso ad applicarsi, utilizzando tutti gli attrezzi a disposizione e dato che gli attrezzi, nella scuola non vengono forniti, per il momento il mio corso è la tua unica salvezza!

A presto
Alessandro Nacinelli

[sgmb id=1]